Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, promossa dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione su tematiche ambientali sempre più urgenti.
Il Salumificio Pedrazzoli, pioniere nel biologico in Italia, conferma anche quest’anno il proprio impegno nel contrasto al cambiamento climatico attraverso una filiera agricola sostenibile, etica e attenta agli impatti ambientali.
Allevamento intensivo e cambiamento climatico
L’allevamento intensivo, oggi dominante in molte aree del mondo, è considerato uno dei fattori che contribuiscono al cambiamento climatico.
Secondo la FAO, il comparto zootecnico globale è responsabile di circa il 14,5% delle emissioni di gas serra legate alle attività umane, una quota superiore all’intero settore dei trasporti.
Le principali cause climatiche dell’allevamento intensivo
1. Elevate emissioni di metano (CH₄)
Il metano è un gas serra 28 volte più potente della CO₂ in termini di potenziale di riscaldamento globale. Negli allevamenti intensivi di bovini e suini queste emissioni sono difficili da catturare e si accumulano nell’atmosfera, contribuendo in modo significativo al surriscaldamento globale.
2. Produzione e uso intensivo di mangimi industriali
Per sostenere la crescita rapida degli animali negli allevamenti intensivi, vengono utilizzate grandi quantità di mangimi ad alta densità proteica, spesso a base di soia e mais.
Le conseguenze ambientali sono molteplici:
- Deforestazione massiva (soprattutto in Sud America) per far spazio a colture di soia da esportazione
- Monocolture intensive che impoveriscono il suolo e richiedono fertilizzanti chimici e pesticidi
- Elevato consumo energetico e idrico per irrigazione, trasformazione e trasporto
Tutto questo comporta emissioni indirette molto elevate, che si sommano a quelle dirette degli allevamenti stessi.
3. Uso di fertilizzanti azotati
I fertilizzanti azotati impiegati nelle colture destinate ai mangimi rilasciano protossido di azoto, un gas serra 300 volte più potente della CO₂.
Il N₂O è particolarmente persistente e contribuisce anche alla distruzione dello strato di ozono.
4. Eccessiva concentrazione animale e carico organico
Gli allevamenti intensivi concentrano troppi di capi in spazi ridotti, producendo un’elevatissima quantità di deiezioni in un’area limitata.
Quando questi reflui non vengono gestiti correttamente, contaminano:
- acque sotterranee e superficiali (percolazione di nitrati e fosfati)
- suoli agricoli, riducendone la fertilità
- atmosfera, con emissioni di ammoniaca
5. Consumo di risorse naturali
L’allevamento intensivo richiede:
- enormi quantità d’acqua
- elevato fabbisogno energetico per climatizzazione, ventilazione, illuminazione, trasporti e trattamento degli scarti
A differenza dei modelli estensivi e biologici, questi sistemi non valorizzano le risorse locali, ma dipendono da input esterni ad alto impatto ambientale.
Allevamento biologico come risposta alla crisi climatica
L’agricoltura e l’allevamento biologico rappresentano un argine concreto al climate change.
A differenza dei modelli intensivi, il biologico lavora in equilibrio con gli ecosistemi naturali, riducendo le emissioni e migliorando la capacità rigenerativa dei suoli.
Gli studi IFOAM confermano che i suoli biologici possono immagazzinare più carbonio, grazie a pratiche come il sovescio, la rotazione colturale, l’assenza di concimi chimici e l’utilizzo di compost.
Inoltre, l’assenza di pesticidi e fertilizzanti azotati riduce sensibilmente la produzione di gas serra, tra cui il protossido di azoto, molto più impattante della CO₂.
Il modello intensivo è spesso giustificato con motivazioni economiche e produttive, ma non è sostenibile nel lungo periodo.
Alternative come l’allevamento biologico, estensivo o rigenerativo dimostrano che è possibile:
- ridurre l’impatto climatico
- garantire benessere animale e qualità del prodotto
- rigenerare i suoli e aumentare la biodiversità locale
Vediamo come:
1. Emissioni: meno CO₂, meno metano, meno azoto
A differenza dell’allevamento intensivo, il modello biologico:
- riduce la densità di animali per ettaro, contenendo la produzione di metano e diossido di carbonio
- non impiega fertilizzanti azotati di sintesi, una delle principali fonti di emissioni di protossido di azoto, gas serra 300 volte più potente della CO₂
- privilegia il foraggio locale e biologico, evitando mangimi importati da colture intensive e quindi riducendo le emissioni indirette legate al trasporto e alla deforestazione
Inoltre, la gestione sostenibile dei reflui e l’utilizzo di lettiere naturali nei ricoveri animali permettono di ridurre la fermentazione anaerobica e quindi la produzione di gas metano.
2. Il suolo come alleato climatico: stoccaggio di carbonio e fertilità
L’allevamento biologico contribuisce attivamente alla rigenerazione dei suoli, grazie a:
- rotazioni ampie e multifunzionali con colture foraggere
- uso esclusivo di fertilizzanti organici e compost
- mantenimento del pascolo, che riduce l’erosione e favorisce la biodiversità microbica del terreno
Questi suoli ricchi di sostanza organica agiscono come veri e propri pozzi di assorbimento del carbonio: catturano e trattengono CO₂ atmosferica, contribuendo a mitigare l’effetto serra.
Secondo il Rodale Institute, se tutte le pratiche agricole mondiali adottassero un sistema rigenerativo simile al biologico, si potrebbe assorbire oltre il 100% delle attuali emissioni globali di CO₂.
3. Tutela della biodiversità e resilienza climatica
L’allevamento biologico preserva e promuove la biodiversità, che è una delle chiavi per rendere le aziende agricole più resilienti di fronte ai cambiamenti climatici: in un mondo dove gli eventi climatici estremi (siccità, inondazioni, ondate di calore) sono sempre più frequenti, un’agricoltura biodiversa è anche più stabile e meno fragile.
4. Benessere animale: salute per il pianeta e per chi consuma
Il biologico impone standard molto elevati di benessere animale, che si traducono anche in vantaggi ambientali indiretti:
- gli animali crescono secondo ritmi naturali, senza forzature o ingrassi rapidi
- vivono all’aperto o in ricoveri areati e su lettiere naturali, evitando concentrazioni malsane
- non vengono utilizzati antibiotici di routine, evitando la contaminazione microbiologica di suoli e falde acquifere
Questo modello riduce lo stress animale, abbassa la morbilità e consente una produzione più sana, trasparente e sostenibile.
Una relazione più etica con l’animale allevato è anche una relazione più rispettosa con l’ambiente in cui viviamo.
Allevamento biologico e filiera sostenibile: il modello Pedrazzoli
L’allevamento biologico non è un semplice “metodo alternativo”, ma un approccio che reintegra l’attività umana nei cicli naturali.
Rispetto al modello intensivo, non si limita a ridurre il danno: cura, protegge e rigenera.
Per questo motivo, è parte integrante della soluzione alla crisi climatica, e il Salumificio Pedrazzoli ne fa da 30 anni una scelta di responsabilità, coerenza e visione per il futuro.
La nostra filiera bio parte dagli allevamenti a ciclo chiuso, dove ogni aspetto – genetica, alimentazione, benessere animale – è gestito secondo rigidi protocolli certificati.
I nostri animali:
- crescono in spazi aperti, secondo i ritmi naturali
- seguono una dieta biologica priva di antibiotici, OGM o mangimi da monocoltura
- vivono in condizioni ambientali che riducono lo stress, limitando il bisogno di interventi farmacologici
Una filiera di questo tipo comporta meno emissioni, meno trasporti, e una maggiore efficienza ambientale, perché non si rincorre il massimo rendimento, ma si costruisce equilibrio e valore nel tempo.
Educazione e sensibilizzazione: l’impegno di Salumificio Pedrazzoli
Oltre agli aspetti produttivi, la sostenibilità è per noi un valore educativo.
Promuoviamo laboratori, progetti di formazione interna, e partecipiamo attivamente al dibattito su agricoltura sostenibile, alimentazione consapevole e impatti ambientali della produzione di carne.
Con l’Accademia Pedrazzoli portiamo avanti attività divulgative che parlano anche di queste tematiche, avvicinando i consumatori alla comprensione del valore reale di ciò che mangiano.
Ogni giorno è Giornata dell’Ambiente
La Giornata Mondiale dell’Ambiente è un’occasione simbolica, ma l’impegno vero si misura nelle azioni quotidiane.
Come Salumificio Pedrazzoli, scegliamo ogni giorno di lavorare con rispetto, innovare con responsabilità e crescere in armonia con la natura.
Scegliere biologico oggi non è solo una questione di salute o qualità.
È un atto concreto contro il cambiamento climatico per un futuro dove l’agricoltura alimenta il pianeta senza esaurirlo.
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